Durante la riunione del consiglio provinciale del 3 giugno scorso, la consigliera Stefania Segnana ha portato all’attenzione dell’aula un’interrogazione a risposta immediata riguardante l’esito del progetto sperimentale di co-living promosso dalla Provincia autonoma di Trento nel 2020.

L’iniziativa, sviluppata in collaborazione con la Fondazione Franco Demarchi, la Magnifica Comunità degli Altipiani Cimbri, i Comuni di Luserna e Canal San Bovo, la CdV Primiero, ITEA e altri attori istituzionali locali, mirava a contrastare il progressivo spopolamento delle aree periferiche attraverso la concessione gratuita, per quattro anni, di alloggi ITEA allora sfitti. I beneficiari erano nuclei familiari disposti a trasferirsi nei territori interessati e a integrarsi attivamente nella vita comunitaria.

Si tratta di un progetto che ho avviato nel corso della precedente legislatura e oggi, a distanza di quattro anni, appare quanto mai necessario – ha evidenziato la consigliera Segnana – valutarne l’efficacia quale modello di intervento potenzialmente replicabile per sostenere la rigenerazione sociale e demografica dei territori montani del Trentino. Questa iniziativa si inserisce in una più ampia strategia della Giunta provinciale guidata dal presidente Fugatti, che comprende anche il progetto Ri-Val, finalizzato a rafforzare i servizi, l’attrattività e le opportunità abitative nelle aree interne nei Comuni interessati da fenomeni di spopolamento. L’obiettivo comune è contrastare il declino demografico e valorizzare in modo strutturale e duraturo il patrimonio sociale e territoriale delle comunità locali”.

La consigliera della Lega ha quindi chiesto lumi rispetto al numero di famiglie che hanno scelto di restare stabilmente nei Comuni di Luserna e Canal San Bovo e quante, invece, abbiano deciso di rientrare nelle località di provenienza.

L’assessore Marchiori, nel rispondere all’interrogazione, ha fornito un quadro positivo sull’andamento del progetto. A Luserna tutti i nuclei familiari hanno occupato le abitazioni per l’intera durata del progetto e, alla scadenza, hanno scelto di restare stipulando contratti di locazione. “Attualmente tutti i nuclei risiedono ancora a Luserna, dove hanno favorito il mantenimento di servizi come il presidio pediatrico e la scuola dell’infanzia, contribuendo anche alla riattivazione del campo sportivo e alla vita associativa del paese.” Significativo anche il dato demografico: nel 2021 si contavano 8 adulti e 9 bambini, saliti a 11 nel 2025. Inoltre, grazie al progetto, sono stati occupati anche altri alloggi ITEA non inizialmente previsti.

A Canal San Bovo, il progetto attivato è ancora in corso e terminerà nel 2026. Tutti gli otto alloggi disponibili risultano attualmente occupati. “Anche qui – ha sottolineato Marchiori – l’impatto è stato rilevante: nel 2022 erano presenti 10 adulti e 10 bambini, con una nascita avvenuta durante il progetto. Due famiglie, pur non assegnatarie, si sono trasferite autonomamente grazie alla spinta dell’iniziativa.” Il saldo naturale del Comune è tornato positivo, la scuola dell’infanzia ha aperto una seconda sezione e si è costituita l’associazione Vanoi Futura, che ha coinvolto 60 soci e sta promuovendo una cooperativa di comunità, guidata anche da alcuni “co-livers”.

Accolgo con soddisfazione quanto illustrato dall’assessore Marchiori” – ha concluso la consigliera Segnana. “È motivo di orgoglio constatare gli esiti positivi di un progetto in cui ho creduto fortemente e che ho seguito da vicino durante il mio precedente incarico da assessore. Questi dati confermano la validità di politiche orientate alla valorizzazione delle aree interne e dimostrano che, se accompagnati da strumenti adeguati, interventi come questo possono contribuire in modo efficace al contrasto dello spopolamento dei nostri territori.